Diario da Dublino - Country Nation racconta il C2C
C’è qualcosa di magico nel fine settimana del C2C. È quel weekend annuale in cui noi europei appassionati di musica country ci sentiamo tutti un po’ più americani. Un festival speciale che ogni anno ci permette di assistere alle performance live di quegli artisti che, chi più chi meno, ascoltiamo assiduamente nelle serate, in macchina, per le strade o (addirittura) sotto la doccia. Insomma, il C2C è l’evento dell’anno.
Noi lo abbiamo seguito fin dal primo anno. Ero a Londra quel giorno in cui Vince Gill salì sul palco della O2 Arena con una chitarra, la maglia della salute e il pass del backstage ancora al collo. E ricordo di aver pensato: “Questo è il sogno della mia vita”. Si, perché da amante della Country Music, ho sempre pensato di non aver la possibilità di assistere ai concerti dei miei artisti preferiti (a meno di un lungo volo per gli Stati Uniti). E allora per noi il C2C è diventato una sorta di pellegrinaggio annuale.
In questa edizione, come nelle ultime 4, abbiamo optato per Dublino. La capitale irlandese è forse la casa ideale per la Country Music in Europa, non solo per una fisiologica vicinanza alla musica ma anche per le capacità degli irlandesi ad essere i partner ideali per una festa, un concerto, una bevuta. E quest’anno, la musica non ha certo deluso. Molti artisti erano già saliti sul palco del C2C, altri invece arrivavano in Europa per la prima volta. Ma, indistintamente, a farla da padrona è stata proprio la country music. Certo, chi scrive ha dei gusti personali, ed è ovvio che alcune esibizioni siano piaciute più di altre. E quindi vi chiedo di prendere questa recensione come un parere di chi come voi ama la country music più di ogni altra cosa, ma resta comunque una persona dalle sue opinioni personali (condivisibili e non).
LA SORPRESA - SUGARLAND
Devo essere sincera, quando ho saputo che gli Sugarland si sarebbero riuniti ho pensato: «Non saranno mai più gli stessi di prima». Del resto negli ultimi cinque anni le loro carriere avevano preso strade diverse, nel caso di Jennifer Nettles addirittura a Broadway dove ha interpretato Roxie Hart in Chicago. Ma tra album solisti ed esperienze teatrali, Jennifer e Kristian hanno mantenuto tutta quella complicità (e quel talento) che li aveva resi il duo più interessante della scena country dei primi anni 2000. E non lo dico solo perché abbiamo avuto la fortuna di intervistarli (sentirete che spettacolo), ma anche perché su quel palco hanno regalato uno show indimenticabile. Per gli Sugarland, quello di Dublino, è stato il loro primo vero concerto assieme da quando hanno annunciato la loro reunion ed è stato impossibile non vedere la gioia nei loro occhi. La voce di Jennifer, il talento da songwriter di Kristian: un’accoppiata magica che ci ha riportato attraverso le più grandi hit della loro carriera. Da Baby girl a Stay, passando per Stuck Like Glue e tante altre. Grazie Sugarland per essere tornati, il nostro mondo è un po’ più meraviglioso ora.
LA DELUSIONE – KACEY MUSGRAVES
Lo so, impossibile da immaginare. Del resto chi ascolta Country Nation sa quanto noi amiamo questa giovane texana che negli ultimi anni ha rivoluzionato la country music e dato nuova linfa a quel suono tradizionale che tanto mancava a Nashville. Ed è proprio questo che mi ha sconvolta nella serata di venerdì, quel suono che tanto amiamo non si sente più. Kacey è salita sul palco del C2C per la prima volta da headliner (artista principale) dopo aver aperto per Eric Church due anni fa. E devo dire che la sua esibizione è stata tutt’altro che indimenticabile. Certo, suonare dopo l’esplosiva performance degli Sugarland non doveva essere facile, ma guardando questa ragazza quasi imbarazzata su quel palco mi è venuto in mente di parafrasare un vecchio show che guardavo in televisione quando ero bambina: “Che fine ha fatto Kacey Musgraves?”. Dove sono i lustrini, i completi rosa confetto della band, le scenografie a forma di palma e quella spensieratezza che ci aveva fatto sognare? Al suo posto c’era una donna immobile sul palco, ingolfata da un pellicciotto viola e una band vestita da becchino. E se pensate che sia esagerata, almeno io sono rimasta fino alla fine. Perché metà dell’arena ha invece deciso di andarsene anzitempo. Forse una birra al bar era molto più invitante.
MIGLIOR VOCE – EMMYLOU HARRIS
Ok, qui è voler vincere facile. Del resto Emmylou è un’icona della country music e una delle migliori interpreti della lunga storia di questo genere. Ma portare un’artista del suo calibro in un festival solitamente frequentato da cantanti più giovani appartenenti alla nuova corrente del pop/country è da considerare una scommessa. E il C2C la scommessa l’ha certamente vinta. Ascoltando quella donna incredibile non ho potuto non fare un salto indietro nel tempo quando la musica country era dominata dal suono tradizionale della Nashville d’altri tempi. E Emmylou sa come tenere il pubblico nel palmo della sua mano, grazie ad una voce ancora impeccabile nonostante la carta d’identità non sia più quella di una ragazzina. Giovani e non hanno ascoltato con stupore la splendida esibizione di Emmylou Harris e della sua band. Per mostrare ancora una volta, che le grandi donne della country music hanno un talento impossibile da pareggiare.
MIGLIOR SHOW – LITTLE BIG TOWN + TIMMCGRAW & FAITH HILL
Avevo pensato di non menzionare quello che è successo alla fine del concerto di Tim e Faith, ma del resto siamo qui per fare un reportage del weekend ed è giusto parlare della notizia che ha fatto il giro del mondo. Voglio però essere breve. Tim McGraw ha avuto un mancamento dovuto alla disidatrazione (si, è possibile e non è niente di grave). Non è un problema di dieta, non è un problema di droghe. E non è vero che Faith Hill aveva cantato più di lui perché non stava bene già dall’inizio. È stato un piccolo incidente, di quelli che succedono a molti di noi. La differenza è che c’erano 15.000 persone a guardare ogni sua mossa su quel palco. Detto ciò, devo essere sincera. Quello messo in piedi da Tim McGraw e Faith Hill è stato uno degli show più belli mai visti al C2C. Non solo perché le loro canzoni hanno accompagnato gran parte della mia vita (This Kiss è praticamente stata la colonna sonora della mia adolescenza) ma anche perché, assieme, quei due sono una forza della natura. E il fatto che la maggior parte dei commenti riguardo al mancamento di Tim siano usciti dalle bocche di persone che non hanno assistito al concerto la dice lunga. Chi era alla 3Arena era troppo occupato a parlare di musica. E la musica è stata anche protagonista dell’esibizione dei Little Big Town. Con le loro armonie vocali, il carisma e l’empatia con il pubblico hanno reso per l’ennesima volta un loro concerto indimenticabile.
MENZIONE SPECIALE
Ovviamente non si può chiudere l’esperienza del C2C senza parlare dei Midland. Il trio di ragazzotti che ha conquistato i cuori di moltissimi fan della country music ha aperto con gran convinzione il sabato sera di Dublino. Essere il primo artista in cartello non è facile, la maggior parte della gente non è li per te e devi intrattenere il pubblico che non vede l’ora di assistere ad artisti più navigati. E loro, tra una Drinkin’ Problem e una cover di Dixieland Delight, non ci hanno messo molto a far impazzire la 3Arena.
Questo è solo un piccolo assaggio del nostro weekend a Dublino per il C2C, se volete saperne di più non esitate a seguire Country Nation nelle prossime settimane. Perché la nostra bellissima esperienza vale la pena di condividerla con voi, amanti e appassionati della country music. Sperando che festival come questi, prima o poi, arrivino anche sul suolo italiano.
Elisabetta